Il bello di essere Responsabili e il cammino assembleare: Sara Gasponi, Incaricata Regionale per il MSAC

23/10/2023

In questi mesi che segnano il Cammino Assembleare 2023-24 per il rinnovo delle cariche in AC, ci interroghiamo su cosa significhi essere Responsabili, tra sfide e supporto, tra tempi e tappe da rispettare, facendo associazione insieme agli altri.
Ad aiutarci nel formulare una risposta, condividiamo le storie di alcuni responsabili uscenti, iniziando con Sara Gasponi – Incaricata Regionale per il Movimento Studenti di AC.
 
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Sono diventata incaricata regionale nel 2022, a triennio già iniziato e con altri incarichi già assunti. Soprattutto all’inizio, gestire il tutto non è stato semplice. Temevo anche di far fatica inserirmi in un gruppo di lavoro già da tempo avviato come era l’equipe nazionale, ma ho in realtà trovato un ambiente accogliente e pronto a sostenere chiunque ciascuno con il proprio passo.
 
Non è stato un “” detto alla leggera: avevo molti dubbi e temevo appunto di non essere all’altezza dell’incarico. Fin da subito però ho trovato grande sostegno sia a livello diocesano, dalla presidenza alla nostra equipe, che nazionale. Già dalla prima riunione a Roma, per quanto concentrati dalla preparazione della SFS, ci sono stati momenti per conoscersi e legare, oltre a momenti di riflessione e preghiera che ci hanno aiutato nelle nostre scelte.
 
Per qualsiasi ruolo di responsabilità credo sia essenziale un lavoro in sinergia tra le varie parti coinvolte ed è proprio questo l’ambiente di lavoro che ho trovato. Abbiamo preparato vari eventi e iniziative a livello nazionale o regionale e anche quando sembrava non esserci abbastanza tempo per fare tutto, in qualche modo lavorando insieme, dividendosi le cose da fare e collaborando ce l’abbiamo fatta.
 
Un momento particolarmente pieno e complicato sono stati i due mesi precedenti la SFS di marzo, quando ancora mancavano un sacco di cose, a livello regionale dovevamo guidare i circoli nella promozione dell’evento e nell’organizzazione e allo stesso tempo far combaciare il tutto con i nostri impegni personali. Anche in questo caso la chiave è stata la collaborazione e la fiducia; la capacità di ammettere di essere in difficoltà e chiedere una mano agli altri e viceversa mettersi in gioco in qualcosa di imprevisto per aiutare un amico che ne aveva bisogno.
 
Sapere di lavorare per gli altri, per un grande evento carica sicuramente di responsabilità e mette anche un po’ di pressione, ma il dover rispettare certe scadenze, il dover seguire certi iter e un lavoro mai individuale hanno e hanno avuto per me un grande valore educativo.
Non c’è associazione senza una collettività di persone, senza uno sguardo più ampio e credo che la responsabilità sia un modo proprio per esercitare questo sentire comune. Certamente ci sono anche momenti in cui ci si torva in disaccordo o ci si sente distanti da delle scelte già prese, ma in ogni caso se il gruppo di lavoro è affiatato e condivide degli obiettivi tramite il dialogo si trova sempre un accordo comune.
 
Quindi riassumendo un po’ posso dire che, come qualsiasi ruolo di responsabilità, non è mai semplice o scontato, ma trova la sua forza in un gruppo, in un’equipe con cui ci sia sinergia. È un ruolo che certo, a tratti può sembrare chieda tanto, ma allo stesso tempo tanto ti dona a cominciare dai compagni di viaggio fino alla gioia nel vedere realizzato un sogno per cui a lungo si è lavorato insieme.

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