Pragmatici e idealisti: i Giovani votanti di AC dopo le elezioni europee

20/06/2024

Un cittadino su due non ha votato per le Elezioni Europee.
Abbiamo voluto indagare presso qualche giovane associativo per comprendere invece perché e come si giunge alla decisione di partecipare.
L’ascolto delle loro motivazioni può essere un punto dipartenza per educare alla cittadinanza attiva.
 
Beatrice ha 18 anni ed è la sua prima volta al voto, mentre Benedetta ne ha 24 ed è stata inoltre scrutatrice a un seggio.
 
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– Perchè sei andata a votare?
 
[Beatrice] Mi sento in dovere di farlo, non solo in quanto donna ma come cittadina, perchè non è affatto scontato. Ci sono state persone che hanno lottato nella storia per questo e mi sento in dovere di onorare questa eredità, contribuendo in prima persona alla vita politica italiana. Credo che il voto sia il mezzo migliore.
 
[Benedetta] La prima parola che mi viene in mente pensando al perché sono andata a votare è “futuro”.
Sono andata a votare, e l’ho sempre fatto da quando ho l’onore e la possibilità di esercitare questo diritto, perché non sopporterei l’idea di lasciare che siano solo gli altri a decidere anche per il mio futuro. A prescindere da quale possa essere il risultato di qualsiasi elezione, voglio poter dare anche io il mio contributo nel plasmare il futuro del mio Paese e quindi in un certo senso anche il mio di futuro.
 
 
– Come mai secondo te ci sono state tante astensioni?
 
[Beatrice] Secondo me il motivo principale è la sfiducia verso le dinamiche attuali della politica. Per qualcuno il non voto è un mezzo per protestare, per esprimere dissenso, cosa che non condivido. Dopotutto, andare ai seggi occupa davvero poco tempo e in buona fede non voglio credere che si tratti di pigrizia, ma di non sentirsi rappresentati dalle proposte. È possibile però partecipare e comunque dimostrare il disappunto in altro modo che non sia rinunciare al voto.
 
[Benedetta] Data la particolare delicatezza del momento storico che stiamo abitando, trovo terrificante la vittoria del partito dell’astensionismo, considerando la rilevanza che un’istituzione importante come il parlamento europeo abbia nelle vite di noi cittadini.
 
 
– Conosci qualcuno che si è astenuto?
[Beatrice] Non conosco direttamente miei coetanei che non abbiano votato, ho visto più difficoltà nelle persone più anziane che spesso fanno anche fatica a capire come orientarsi. In famiglia, i miei e mia sorella maggiore hanno sicuramente votato, come anche mio fratello che ha anche fatto da scrutatore ai seggi.
 
[Benedetta] Nel seggio in cui sono stata assegnata come scrutatrice, dato il molto tempo a disposizione, abbiamo fatto un conto di quanti giovani tra i 18 e i 26 anni fossero venuti a votare: solo la metà degli aventi diritto. Anche se la percentuale più o meno corrisponde alla media di affluenza nazionale, sono rimasta molto delusa da questo dato; i giovani che mi aspettavo di vedere erano miei ex compagni di scuola o di oratorio, ho trascorso due giornate sperando di vederli entrare nel seggio, non solo per salutarli e fare due chiacchiere, ma soprattutto per mettere una firma accanto al loro nome nel registro e trovare conforto nel pensare, a prescindere dall’orientamento e dalla scelta personale di ciascuno, “sono contenta che anche tu tenga al nostro futuro”.
Fortunatamente, non ho dovuto affrontare discussioni del tipo “Perché non sei andato a votare??” in famiglia o con gli amici, ciò mi dà un certo senso di consolazione: vuol dire che sono circondata da persone che hanno a cuore la democrazia, pur nella libertà e nella bellezza di avere opinioni e idee diverse.
 
 
– Cosa hai fatto per orientarti su cosa votare?
 
[Beatrice] Abbiamo avuto modo di parlarne in classe, nelle ultime giornate di scuola, soprattutto poi ho cercato di leggere i programmi. Guardo molto alle persone presenti nelle liste: dato che parliamo del Parlamento Europeo, per me è importante capire il modo in cui si presentano e la serietà che percepisco dalla loro campagna.
Non è stato semplice scegliere a chi dare il voto, ma informandomi ho trovato le mie preferenze.
Ho letto i programmi, anche se risultano molto lunghi e faticosi da capire. Spero che chi ha messo l’accento su questioni per me importanti, come trovare una risoluzione ai maggiori conflitti in corso ora, mantenga la parola portando avanti questo impegno.
 
[Benedetta] Per scegliere ho guardato vari video sui social di persone che spiegavano oggettivamente tutti i programmi dei partiti sia italiani che europei. Ho scelto il partito con il programma più affine alle mie idee, senza lasciarmi condizionare troppo dalle persone alla guida dei partiti.
Personalmente, la cosa più bella di queste elezioni è stata proprio fare la scrutatrice, ormai da qualche anno offro questo servizio con orgoglio alla mia comunità, servizio che mi permette di vedere persone che magari non incontro da tempo, ma anche di conoscere nuovi compaesani e soprattutto di essere parte viva e operativa della democrazia. Quest’anno abbiamo simpaticamente nominato il nostro seggio “seggio parrocchiale”, dato che la presidente era la vicepresidente adulti dell’AC parrocchiale, il segretario un educatore dei gruppi giovani e tre su quattro scrutatori, tra cui io, giovani aderenti o simpatizzanti di Azione Cattolica. L’essere un gruppo già affiatato ha sicuramente reso le ore al seggio più piacevoli, ma soprattutto mi ha reso ancora una volta fiera di essere parte dell’Azione Cattolica; il nostro “seggio parrocchiale” è stata per me un’ulteriore prova di quanto sia significativo essere una cittadina nel mondo, non del mondo.

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